Personaggi illustri



Pietro Fronteddu (1831/1906)

Maggiore dell’Esercito e sindaco di Dorgali (1890/91).  Raro esempio di uomo disciplinato, onesto e dotato di uno spiccato senso dell’onore eppure vittima di un grave errore giudiziario. Dopo trentasei anni di vita militare il Maggiore Fronteddu ritornò a Dorgali e costruì una casa nella zona di Su Ponte, dotandola di un fine arredamento. Nel 1890 accettò l’incarico di sindaco e si dedicò con particolare dedizione alla riorganizzazione e agli affari del Comune, toccando anche gli interessi e gli affari di certi loschi personaggi «abituati da diversi decenni a confondere i propri interessi con l’interesse pubblico». La notte del 24 marzo 1891 alcuni ladri entrarono in casa sua e, nel corso della rapina, uccisero una sua domestica e cugina. Incredibilmente e fra lo stupore dei Dorgalesi, fu arrestato e condannato a tredici anni di reclusione e due di libertà vigilata; benché innocente fu trasferito prima al carcere di Alghero poi in altri istituti di pena dell’Italia settentrionale. Dopo sette anni di pena ottenne la libertà condizionale, rientrò a Dorgali e in una dettagliata memoria denunciò i veri responsabili della rapina e dell’omicidio. Nell’ottobre del 1906 la Regia Pretura di Dorgali comunicò la riabilitazione al Maggiore Fronteddu, che morì pochi giorni dopo. Nel centro di Dorgali, S’Iscaledda ‘e su Mezzore ricorda la figura del Maggiore Fronteddu. «Egli fu la vittima innocente delle faziosità civiche e degli interessi inconfessabili di una congrega di prepotenti, che non gradivano alcun intralcio al loro predominio nelle faccende comunali» (citazioni: G. Pisanu).

 

Pasquale Fancello “Crodazzu” (1891/1953)

Anarchico impegnato nella «causa degli oppressi» attivo in Francia, Belgio, Spagna e Italia. In Sardegna capeggiò la rivolta per il possesso dei terreni di Isalle e sostenne lo sciopero dei minatori del Sulcis-Iglesiente. Nel 1950 iniziò la sua attività a Roma presso il giornale degli anarchici “Umanità Nova”.

 

Ciriaco Pira (1891/1955)

Ceramista e scultore. Negli anni ’20 Ciriaco Pira, allievo dello scultore Francesco Ciusa, aprì a Dorgali una bottega per la realizzazione di legni intagliati, cuoi lavorati e ceramiche decorate a freddo. Grazie a lui lo “stile Dorgali” raggiunse una grande diffusione e popolarità negli ambienti regionali e nazionali. Presso il suo laboratorio si formarono altri importanti ceramisti del paese come Paolo Loddo, Simone Lai e Salvatore Fancello. Le ceramiche di Ciriaco Pira erano presenti alla I Biennale Internazionale delle Arti Decorative di Monza, dove ottenne un diploma d’onore, e alla Mostra dell’Artigianato della stessa città (1923). Nel 1925 espose alcuni suoi soggetti alla Mostra d’Arte di Cagliari mentre nel 1926 ricevette una medaglia d’oro alla I Esposizione Industriale di Caltanissetta. Tra gli anni ’30 e gli anni ’50 partecipò a numerose mostre regionali (Cagliari, Nuoro), nazionali (Bolzano, Firenze , Milano) ed estere (Tripoli). Negli anni ’30 la sua bottega d’arte venne inserita nel libro d’oro d’Italia.

 

Beata Suor Maria Gabriella (1914/1939)

Maria Sagheddu, socia dell’Azione Cattolica, nel 1935 fu consacrata suora nel monastero trappista di Grottaferrata con il nome di Suor Maria Gabriella. Decise di offrire la sua vita per la causa dell’unità di tutte le chiese cristiane e morì dopo 15 mesi di sofferenza. Nel 1983 è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II.

 

Salvatore Fancello (1916/1941)

Ceramista, scultore e pittore. Rappresenta uno degli artisti più eminenti espressi dalla comunità di Dorgali che come una meteora ha percorso il cielo del panorama artistico isolano e nazionale. Nel 1929, ancora quattordicenne, cominciò a lavorare con Ciriaco Piras per poi trasferirsi nel 1930 a Monza dove frequentò l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza (ISIA) ottenendo nel 1935 il diploma di “Maestro d’Arte” per la sezione ceramica. Negli anni tra il 1935 e il 1936 partecipò alla V Mostra dell’Artigianato e Piccole Industrie della Sardegna, vincendo un premio in denaro, e alla VI Triennale di Milano dove si aggiudicò il “Gran Premio”. Nel 1938 si trasferì ad Albissola per lavorare presso il laboratorio di Giuseppe Mazzotti. Nel 1940, rientrato a Milano, espose alla VII Triennale che gli valse il “Diploma d’Onore”, in seguito ricevette l’incarico dal Comune di realizzare una serie di grandi bassorilievi da collocare nell’Università Bocconi. Morì l’anno successivo nel fronte albanese.